A partire dalla fine del 20° secolo sul problema dell’educazione si diffonde un’atmosfera di crisi. Il disagio deriva soprattutto dal fatto che un numero sempre più alto di bambini mostra i cosiddetti disturbi o anomalie del comportamento e viene considerato difficilmente gestibile da un punto di vista educativo. Ma è corretto dire che i bambini diventano sempre più difficili, o sono lo stato generale della coscienza e le condizioni della società a creare una situazione insopportabile per i bambini? Chi o che cosa è realmente difficile?
Köhler mette in discussione gli abituali modelli di pensiero e delinea un concetto di educazione che potrebbe aiutarci ad uscire dalla crisi di senso del presente. In particolare, rinnova un messaggio a lui caro e fondamentale: che innanzitutto i genitori, coloro che sono stati prescelti dal bambino come i più stretti compagni di destino, riconoscano il loro ruolo privilegiato.
«È un compito bello e gratificante quello di chi, come genitore, insegnante o terapeuta, si adopera seriamente per non chiamare più “difficile” un bambino “difficile”, dandosi da fare per riconoscere piuttosto la peculiarità di quel bambino. Il più grande equivoco sarebbe supporre che questo sforzo serva ad una migliore affermazione delle finalità educative. In realtà serve al comprendere quale unica legittima finalità educativa.»
INDICE DEI CAPITOLI
Prefazione dell’Autore
Parte prima: NON ESISTONO BAMBINI “DIFFICILI”
- Educazione: la fine di un grande progetto?
- I detectives della psicologia e i meccanici della pedagogia
- Per una pedagogia del cuore
- Lo sguardo “che apprezza”. Oppure: perché i genitori sono degli iniziati
- L’Arte dell’educazione: che cosa è?
- L’estinzione dell’infanzia è un pericolo reale?
- Il futuro dell’Infanzia e il futuro della Terra.
Parte seconda: ALCUNI AFORISIMI SULL’IDEA DI INFANZIA – COME ESERCITARSI NELL’ARTE DELL’EDUCAZIONE
- L’idea di infanzia come fattore culturale
- Persone o “prugne”?
- Quando l’educatore si sopravvaluta. Oppure: a che punto siamo, quanto a modestia?
- “L’inveramento mediante la comprensione”: proteggere, accompagnare, consolare, curare
- Il bambino in relazione al mondo circostante
- La “patologia della vita controllata” e la forza dello stupore
- Facoltà germinali – La “via poetica”
- Nessun bambino è cattivo
- Speranza e tragicità. Ovvero: Beethoven era un fallito?
Per concludere…
Note e Riferimenti Bibliografici